Alcide Bidin Med.Arg.V.M. - Ana Ronchis

Vai ai contenuti

Alcide Bidin Med.Arg.V.M.

Il Gruppo

L’artigliere alpino Alcide Bidin

Il gagliardetto del Gruppo alpini di Ronchis è dedicato alla memoria della medaglia d’argento Alcide Bidin.

Arruolato nel 3° Reggimento Artiglieria Alpina “Julia” ed inquadrato nella 17ª Batteria del Gruppo Udine, nell’ottobre del 1940 assieme a tutta la Divisione si trovò impegnato nei combattimenti della campagna di Grecia (che per la verità si svolsero quasi tutti in territorio albanese).
Furono giorni terribili per i soldati italiani. Come al solito, i grandi strateghi di Roma avevano ampiamente sottovalutato le capacità di reazione dei greci e solo successivamente, grazie all’intervento dell’alleato tedesco, l’Italia riuscì a “spezzare le reni alla Grecia”, non senza prima aver lasciato sul campo 40.000 morti e 70.000 tra feriti e congelati.
Alla strenua difesa greca si aggiunsero dapprima il fango che intrappolava mezzi e persone, poi l’asprezza del terreno che non permetteva ripari di alcun tipo e quindi per finire il gelo e la neve.
E appunto in un freddo mercoledì del 13 novembre 1940, durante i sanguinosi e terribili scontri per la difesa di Konitza (monte che sovrasta il fiume Vojussa) e a soli 16 giorni dall’inizio delle ostilità, l’artigliere scelto Alcide Bidin venne ferito gravemente alla gamba destra. La ferita fu tale da dover essere rimpatriato e ricoverato nell’ospedale militare Littorio di Roma.

Durante la degenza in ospedale ricevette anche la visita di Mussolini e fu assistito amorevolmente dal fratello Luigi, ma le sue condizioni andavano progressivamente sempre più peggiorando. Molto probabilmente a causa della frettolosa ingessatura, fattagli ancora in terra d’Albania, la cancrena continuava ad avanzare ed i medici, nel tentativo di salvargli la vita, gli amputarono la gamba con tre successivi interventi, a distanza di tempo.
Morì il 9 febbraio del 1941, a soli vent’anni.

In Grecia, nella stessa Batteria c’erano anche i compaesani: Attilio Galetti e Giacomo Montello (disperso poi in terra di Russia).

L’11 ottobre del 1941 fu consegnata alla famiglia la decorazione con medaglia d’argento al valor militare alla memoria: “Servente al pezzo, caduto il puntatore, da eroe con calma e perizia assolveva il nuovo compito finché, ferito la seconda volta, veniva allontanato dai compagni”.
Le sue spoglie giunsero a Ronchis solo nel 1949 e furono vegliate per quattro giorni nel salone della scuola materna dagli ex combattenti e dai suoi compagni della “classe”.
Il pomeriggio di domenica 20 novembre si svolsero i solenni funerali. Dopo l’orazione funebre tenutasi dal prof. Galasso, il corteo fece il giro del paese percorrendo via Leschiutta, via S.Mauro, via Maggiore (foto a destra) e via della Chiesa.
In chiesa il parroco don Trombetta officiò le esequie e quindi la salma fu tumulata nell’ossario posto sotto la cappella del cimitero. Alla mesta cerimonia partecipò moltissima gente, tanto da riempire completamente il cimitero e don Trombetta ricorda che “a memoria d’uomo mai si vide a Ronchis dimostrazione più plebiscitaria”.

Alcide Bidin, classe 1920, era figlio di Lino e di Attilia Paron e fu il primo caduto roncolino della Seconda Guerra Mondiale.

Alcide Bidin con il fratello in ospedale a Roma
Torna ai contenuti