Il Gruppo Basso Tagliamento
Finita la Prima Guerra Mondiale i reduci tornarono a casa e piano piano, non senza fatica, la vita tornò a normalizzarsi, nonostante la crisi economica e politica che attanagliò l’Italia in quegli anni.
I primi anni furono molto duri per tutti; non si trovava lavoro nel momento in cui politicamente l’Italia aveva imboccato il tunnel della dittatura e la miseria non mancava di far compagnia a molti. I reduci, convinti di aver fatto il loro dovere al fronte e di essere meritevoli di un riconoscimento, si ritrovarono disoccupati ed emarginati.
Con il trascorrere degli anni il fascismo “normalizzò” questa situazione e la gente cominciò a stare un po’ meglio, grazie ai lavori di bonifica di vaste zone paludose e ad una timida ripresa economica calarono i disoccupati e di conseguenza la fame e la miseria.
Non avendo più l’assillo di mettere assieme pranzo e cena, almeno così per la maggioranza dei casi, la gente ricominciò a socializzare sempre più dando vita ad alcune forme di associazionismo.
Era il marzo del 1933 quando l’ex tenente medico del 5° Reggimento Alpini, divenuto medico condotto di Ronchis, dott. Antonio Piermartini, raccolse attorno a sé alcuni reduci alpini e fondò il Gruppo Alpini “Basso Tagliamento”.
Al tempo questo era l’unico Gruppo alpini esistente nel mandamento di Latisana, tanto che vi aderirono alcune persone anche dei comuni di Latisana e di San Michele al Tagliamento.
Grazie ad una testimonianza del socio Antonio Ursigh (classe 1900) e registrata nel 1985 dall’allora capogruppo si sono potute ricavare preziose informazioni in merito alla costituzione ed alla vita associativa di questo primo Gruppo.
Tra i soci fondatori ci furono: Vittorio Angeli (disperso poi in terra di Russia), Benedetto Micheloni, Pietro Sbaiz, Luigi Fantin, Antonio Faggiani, Luigi Ursigh, Giuseppe Pittacolo, Francesco Zanelli, Luigi Cicuttin, Antonio Marsoni, il maestro di Rivarotta di Teor ed il dottor Antonio Piermartini.
La sede del Gruppo si trovava nella casa del medico condotto (l’attuale ex biblioteca comunale di Ronchis); Piermartini infatti era una figura influente e rappresentativa, nonché di indubbio spicco in tutta la zona.
A seguito di controversie con i gerarchi locali che volevano una cerimonia a carattere prettamente fascista, il dottor Piermartini ed i suoi alpini decisero nel 1934 di spostare la cerimonia di inaugurazione del neo costituito Gruppo a Pordenone, in concomitanza di una manifestazione alpina che si teneva in quella località.
Alla presenza dell’allora Ordinario Militare, del sindaco di Latisana, della madre del tenente Rodolfo Rossetti, parteciparono oltre una sessantina di soci giunti da Ronchis e dai paesi limitrofi. Sui giornali d'epoca si legge: "II 16 dicembre 1934, mattino, Manaresi e Perotti e il Segretario Federale di Piacenza, sono ricevuti in Municipio di Pordenone dal Podestà e dalle Autorità... Ci si porta al Monumento ai Caduti al quale montano la guardia Alpini ed ex combattenti e sono così passati in rassegna i reparti degli scarponi schierati lungo il Corso Vittorio Emanuele. In Duomo Don Janes, assistito dai camerati scarponi, Don Signorini e Don Del Favero, celebra la Messa; è benedetto il nuovo gagliardetto della Sezione Alpini Basso Tagliamento, intitolato al Caduto Rodolfo Rossetti del quale è madrina la stessa madre. Manaresi pronuncia un vibrante discorso. Terminata la Messa, gli Alpini si recano ai giardini e si inquadrano per il corteo. Le Autorità intanto prendono posto su un palco in Piazza XX Settembre, gremita di associazioni e di popolo".
Grazie all’interessamento dell’applicato comunale di Ronchis (identificato da fonti orali in un certo Ettore Azzano) i partecipanti si radunarono poi in una trattoria di Pordenone dove, con 4 lire e mezza a testa, festeggiarono l’avvenimento. Questa fu anche l’occasione per ritrovarsi in compagnia dei vecchi ufficiali e di altri personaggi di rilievo.
Il gagliardetto, ora depositato nella sede del Gruppo Alpini di Ronchis, era dedicato alla memoria del tenente alpino Rodolfo Rossetti (medaglia d’argento al valore), caduto sulla Bainsizza.
Una curiosità che si è potuta ricavare dall’intervista con il vecchio alpino consiste nel fatto che il gagliardetto fu realizzato e ricamato a mano dall'indimenticabile Rosalia, sorella e perpetua del parroco don Trombetta di Ronchis, e che l’asta in legno alla cui sommità è posta una piccozza metallica fu totalmente costruita dal socio Vittorio Angeli, che successivamente risultò disperso in Russia.
Già nel 1933, su invito del podestà di Bologna, il Gruppo partecipò, con il proprio gagliardetto all’adunata nazionale che si teneva in quella città, mentre nell’anno successivo fu presente a quella di Roma.
Dall’intervista si è potuto anche sapere che i soci del Gruppo, quando si riunivano, dovevano farlo con molta discrezione perché l’Associazione Nazionale Alpini non si era mai completamente allineata ai dettami del Partito Nazionale Fascista e conseguentemente non era vista di buon occhio dal regime. Benché alcuni soci del Gruppo fossero iscritti al partito fascista, quando si incontravano cercavano lo stesso di adottare qualche cautela.
Il dottor Piermartini è sempre rimasto alla guida del Gruppo.
I richiami alle armi effettuati con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale assottigliarono il Gruppo Alpini “Basso Tagliamento” che di lì a pochi mesi cessò di esistere e molti di quei soci, partiti con la famosa cartolina precetto, non fecero più ritorno a casa.