Cante alpine
TRENTATRÉ
Dai fidi tetti del villaggio
i bravi alpini son partiti,
mostran la forza ed il coraggio
della loro salda gioventù.
Son dell'Alpe i bei cadetti;
nella robusta gioventù
dai loro baldi e forti petti
spira un'indomita fierezza.
Oh valore alpino!
Difendi sempre la frontiera!
E là sul confin
tien sempre alta la bandiera,
per il bel suol nostro italiano
dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.
Là tra le selve ed i burroni
là, tra le nebbie fredde e il gelo
piantian con forza i lor picconi
ed il cammin sembra più lieve.
E quando il sole brucia e scalda
le cime e le profondità
il fiero alpin scruta e guarda
pronto a dare "il chi va là?"
Oh valore alpino
difendi sempre la frontiera
e là sui confini
tieni sempre alta la bandiera.
Sentinella all'erta
per il suol nostro italiano
dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO
Il Capitan de la compagnia
egli è ferito e sta per morir.
E manda a dire ai suoi alpini
che lo vengano a ritrovar.
I suoi alpini gli manda a dire
che non han scarpe per camminar.
- O con le scarpe o senza scarpe
i miei alpini li voglio qua.-
- Cosa comanda sior Capitano
che noi alpini siamo arrivà?-
- E io comando che il mio corpo
in cinque pezzi sia taglià.
Il primo pezzo alla mia Patria
che si ricordi dei suoi prodi alpin.
Il secondo pezzo al Battaglione
che si ricordi del suo Capitan.
Il terzo pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figliol.
Il quarto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor.
L'ultimo pezzo alle montagne
che lo fioriscano di rose e fior.
STELUTIS ALPINIS
Se tu vens cà sù ta' cretis
là che lôr mi àn soterât,
al è un splàz plen di stelutis;
dal miò sanc l'è stât bagnât...
Par segnâl, une crosute
jè scolpide lì tal cret;
fra che' stelis 'nàs l'erbute,
sot di lor jo dùar cujet.
Ciol, su ciol, une stelute
che ricuardi il nestri ben:
tu 'i darâs 'ne bussadute
e po' plàtile in tal sen.
Quant' che a ciase tu sês sole
e di cûr tu preis par me,
il miò spirt ator ti svole:
jo e la stele 'o sin cun te.
LA SENTINELLA
Era una notte che pioveva
e che tirava un forte vento,
immaginatevi che grande
tormento per un alpino
che stava a vegliar.
A mezzanotte arriva il cambio,
accompagnato dal capoposto.
Oh! Sentinella ritorna al tuo posto
sotto la tenda a riposar.
Quando fui stato sotto la tenda
sentii un rumore giù per la valle,
sentivo l'acqua giù per le spalle,
sentivo i sassi a rotolar.
Mentre dormivo sotto la tenda
sognavo d'esser con la mia bella,
e invece ero di sentinella
a fare la guardia allo stranier.
MONTE PASUBIO
Sulla strada del Monte Pasubio
Bom borombom.
Lenta sale una lunga colonna
Bom borombom.
L'è la marcia di chi non torna
di chi si ferma a morir lassù.
Ma gli Alpini non hanno paura
Bom borombom.
Sulla cima del Monte Pasubio
Bom borombom
Soto i enti che ze 'na miniera
Bom borombom.
Son gli Alpini che scava e che spera
di tornare a trovar l'amor.
Ma gli Alpini non hanno paura
Bom borombom.
Sulla strada del Monte Pasubio
Bom borombom
è rimasta soltanto una croce
Bom borombom.
Non si sente mai più una voce,
ma solo il vento che bacia i fior.
Ma gli Alpini non hanno paura
Bom borombom, bom borombom,
bomborombà.
MONTE CANINO
Non ti ricordi quel mese di aprile,
quel lungo treno che andava al confine;
che trasportava migliaia di alpini:
- Su, su correte è l'ora di partir!-
Dopo tre giorni di strada ferrata
ed altri due di lungo cammino
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar.
Non più coperte, lenzuola, cuscini;
non più l'ebbrezza dei tuoi caldi baci
solo si sentono gli uccelli rapaci,
la tormenta e il rombo del cannon.
Alla mattina il tenente fa la sveglia,
il capitano raduna i plotoni,
e sulle cime degli alti burroni
là tutti insieme fucile sparò!
"Se avete fame guardate lontano,
se avete sete la tazza alla mano;
se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà."
E più di dieci ne ho visti cadere
e più di cento ne ho visti scappare;
là si sentivano, sentivan gridare:
- Su, su rendiamoci, se siam prigionier!-
SUL CAPPELLO
Sul cappello, sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga c'è una lunga penna nera
che a noi serve, che a noi serve da bandiera
su per monti, su per monti a guerreggiar.
Oilalà.
Evviva, evviva il Reggimento
Evviva, evviva il Corpo degli Alpin.
Su pei monti, su pei monti che noi saremo
pianteremo, pianteremo l'accampamento,
brinderemo, brinderemo al reggimento,
viva il Corpo, viva il Corpo degli Alpin.
Oilalà.
Su pei monti, su per monti che noi saremo,
coglieremo, coglieremo le stelle alpine
per donarle, per donarle alle bambine,
farle piangere, farle piangere e sospirar.
Oilalà.
Farle piangere, farle piangere e sospirare
nel pensare, nel pensare ai begli Alpini
che fra i ghiacci, che fra i ghiacci e gli scalini
van sui monti, van sui monti a guerreggiar.
Oilalà.
Evviva, evviva il Reggimento
Evviva, evviva il Corpo degli Alpin.
DOVE SEI STATO MIO BELL'ALPINO?
Dove sei stato mio bell'alpino?
Dove sei stato mio bell'alpino,
che ti ha cangià colore?
L'è stata l'aria dell'Ortigara
l'è stata l'aria dell'Ortigara,
chi mi ha cangià colore.
E' stato il fumo della mitraglia
è stato il fumo della mitraglia,
chi mi ha cangià colore.
Ma i tuoi colori ritorneranno
ma i tuoi colori ritorneranno,
questa sera a fare l'amore.
SUL PONTE DI PERATI
Sul ponte di Perati
bandiera nera,
è il lutto degli alpini
che fan la guerra.
E' il lutto della Julia
che va alla guerra,
la meglio gioventù
che va sotto terra.
Sull'ultimo vagone
c'è l'amor mio
col fazzoletto in mano
mi dà l'addio.
Col fazzoletto in mano
mi salutava e con la bocca
i baci mi mandava.
Quelli che son partiti
non son tornati
sui monti della Grecia
sono restati.
Sui monti della Grecia
c'è la Vojussa
col sangue degli alpini
s'è fatta rossa.
Alpini della Julia
in alto i cuori
sul ponte di Perati
c'è il Tricolore.