Le attività del Gruppo - Ana Ronchis

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Le attività del Gruppo

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Non ci sono, purtroppo, molte notizie sulle attività svolte dal Gruppo nei primi anni di vita e probabilmente al di fuori della partecipazione alle adunate nazionali e di qualche gita non svolgeva niente altro.
Negli anni ’60 si organizzarono delle feste paesane che ebbero molta partecipazione di pubblico, non seguita però da un adeguato riscontro economico; buon successo riscosse anche la “festa dell’uva” e in questa occasione il Gruppo costruì un grande scarpone di cartapesta portandolo in giro per i paesi limitrofi.
Solo a metà degli anni ’70, sotto la direzione del capogruppo Giovanni Zucchetto, il Gruppo ha cominciato a vivacizzarsi; infatti nel 1975 organizza i “Grandi festeggiamenti per il 42° anniversario della costituzione dell’ANA Sezione di Ronchis”.
Leggendo il manifesto si capisce però che si trattava del 42° anniversario di fondazione riferito al Gruppo istituito nel 1933, intitolato al “Basso Tagliamento”, perché altrimenti il nuovo Gruppo avrebbe dovuto celebrare il 25° anniversario.
La festa, causa un eccezionale maltempo, non riuscì molto bene ed il Gruppo si trovò anche a pagare i danni subiti dagli strumenti dell’orchestra, rovinati dalla pioggia.
Nel 1976, con un notevole impegno di lavoro e un non indifferente sforzo economico, realizza una pista di pattinaggio nel cortile delle scuole elementari. La pista fu donata al Comune e fino a poco tempo fa veniva usata come campo di pallavolo e pallacanestro.
Il 1976 è anche l’anno del terremoto in Friuli e parecchi soci hanno prestato la loro opera, soprattutto a Resia ed a Gemona, per alleviare le sofferenze delle popolazioni così duramente colpite.
Sempre in questo periodo i Gruppi della nostra zona (Ronchis, Latisanotta, Latisana, Gorgo, Pertegada, Lignano e Precenicco) probabilmente sentendosi un po’ “trascurati” dalla Sezione cominciano ad organizzare delle loro manifestazioni invitandosi reciprocamente. Una di queste è la S.Messa annuale a ricordo degli alpini caduti in tutte le guerre, che il nostro Gruppo ha celebrato ininterrottamente l’ultima domenica di febbraio fino all'anno 2000.
Nei primi anni ’80, in collaborazione con altre associazioni, il Gruppo ha organizzato alcune gare di corsa miniciclistica per le vie del paese e ripreso la pressoché dimenticata “Festa degli alberi” che dal 1982 si è protratta quasi ininterrottamente fino al 1997.
Nel 1984 e fino al 1987 la “Befana per i bambini” ha sostituito le precedenti edizioni del Babbo Natale, sempre organizzate dagli alpini. È stata una piacevole novità per Ronchis.
La befana seduta sul tetto di una casetta in legno (costruita per l’occasione dagli alpini Attilio Galetti, Giuseppe Gastaldello, Domenico Faggiani e dagli amici Giovanni Buttò e Pierino Baradello) faceva il giro del paese accompagnata dai bambini ed arrivava nelle scuole elementari dove distribuiva loro le tradizionali calze piene di dolciumi.
L’iniziativa ha riscosso notevole successo, tanto che è stata poi portata avanti per alcuni anni, anche se modificata nell’impostazione, dall’Amministrazione comunale.
L’anno 1985 ha visto l’inizio del primo falò della befana organizzato dal Gruppo alpini. 
Era un modesto covone di canne di mais eretto sul terreno dove ora si trova il campo di bocce. Da quell’anno il piccolo e timido covone è andato, seppur lentamente, sempre più in crescendo, spostandosi prima sull’argine, poi giù dall’argine, quindi vicino al cimitero e per ultimo nelle vicinanze sempre dell’argine (via Colautto). Da qualche anno il falò epifanico è gestito dalla Pro loco. 
A proposito di argine è curioso anche ricordare il falò del 1995 che venne “congelato” su disposizione della Questura perché un buontempone aveva anticipato i tempi dando fuoco alla sua ramaglia nelle vicinanze del nostro falò, senza badare a dove si dirigeva il fumo. La densa colonna di fumo provocato dalla legna verde si riversava sull’autostrada determinando una possibile situazione di pericolo.
Gli alpini, riuniti nella sede erano in preda allo sconforto, soprattutto perché con loro si trovava la Polizia municipale come “deterrente” contro eventuali azioni sconsiderate.
Ma probabilmente anche i falò degli alpini hanno qualche Santo protettore perché verso mezzanotte, sicuramente per “autocombustione”, la grande massa di balle di paglia prese fuoco permettendo ai pochi affezionati dislocati sull’argine di godersi lo spettacolo e di trarre fasti auspici dalla direzione del fumo che si dirigeva, questa volta, da tutt’altra parte.
Per la cronaca, nel falò del 2000 sono state bruciate oltre 1.800 balle di soia e per la sua preparazione vi hanno lavorato una decina di persone per sei giorni.
Fra le attività di socializzazione ricordiamo anche il rapporto che si è instaurato con il Presidente della Sezione del Perù che, conosciuto dal nostro socio Antonio Casasola all’Adunata nazionale di La Spezia nel 1985, è stato per anni legato al Gruppo da una fraterna amicizia.
Celso Solvetti, friulano d’origine, emigrato da ragazzo in Sud America per cercare fortuna, è sempre ritornato per partecipare alle Adunate nazionali. Alto, robusto, con gli immancabili pantaloni di velluto legati sotto il ginocchio, gli scarponi ai piedi e lo zaino incollato sulle spalle non passava di certo inosservato alle Adunate.
In occasione di una di queste sue venute in Italia, il 1° luglio del 1987 con una simpatica cerimonia tenutasi nella trattoria "da Gigante", il nostro Gruppo si è gemellato con la sua Sezione del Perù.
Nell’ultimo trentennio il Gruppo si è impegnato in un crescendo di attività sociali e ricreative.
Tralasciando gli impegni istituzionali quali la partecipazione alle varie manifestazioni degli altri Gruppi, alle ricorrenze paesane e la collaborazione prestata alle altre associazioni locali, il nostro Gruppo ha saputo organizzare una notevole serie di attività.
Tra le maggiori ricordiamo: le gite in località montane, il brulé offerto dopo la S.Messa di mezzanotte di Natale, le cene sociali, la costruzione e posa di una gigantesca stella cometa sulla sommità del campanile, lo scavo ed il rilevamento delle fondamenta dell’ex chiesetta della SS.Trinità per un’eventuale sua riedificazione o valorizzazione del sito. 

Sempre nell’intento di riscoperta e di valorizzazione delle tradizioni, nel 1993 è stata organizzata per la prima volta una serata conviviale in onore del patrono di Ronchis, S.Andrea Apostolo. Fedeli al proverbio “Sant’Andree, il pursìt su la bree” ogni anno i nostri cuochi offrono ai partecipanti pietanze ricavate dalle carni di questo animale, il “pursìt” appunto.
Nel 1998, uno dei primi Gruppi in Italia, per rimanere al passo coi tempi  e con lo spirito di adeguarsi a quel clima di informazione globale, di comunicazione senza confini e con l’intento di conoscere e farsi conoscere in Italia ed in tutto il mondo, il nostro Gruppo si è dotato di un suo sito Internet (arrivato ora alla sua terza release).
L’idea di dotarsi di un sito Internet, nata quasi per caso, si è dimostrata un valido strumento per farsi conoscere e ci ha permesso di comunicare con persone che altrimenti non sarebbero mai venute in contatto.

Il 28 di maggio 2011 il Gruppo ha inaugurato il recupero dell’area dove sorgeva un’antica chiesetta dedicata alla SS.Trinità.
L’idea di valorizzare questo sito è nata alla fine degli anni '80 e durante l’esercitazione di protezione civile “Tagliamento ‘91” sono state portate alla luce le fondamenta e parte del pavimento originario. A seguito però di intoppi burocratici (l’area si trova a ridosso dell’argine del Tagliamento) si è potuto fare solo i rilievi topografici di quanto restava della chiesetta in attesa di tempi migliori e solo nel 2010 sono ripresi i lavori per la sistemazione dell’area.

E' stato spianato il terreno, eretto una croce ed un altare ed abbellito il tutto con la piantumazione di alcuni arbusti. Un cartello dà una sintetica spiegazione sulla storia di questo luogo affinché non ne venga persa la memoria ed il significato.
Le prime notizie di questa chiesetta risalgono al 1546 e fu per decenni meta di processioni votive e di incontro durante le rogazioni. 
Nel 1917 fu utilizzata come osservatorio da parte delle truppe austroungariche e per questo subì vari cannoneggiamenti da parte dell’esercito italiano in ritirata. Ormai ridotta in pessimo stato fu demolita definitivamente nel 1926.
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